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Come riconoscere i disturbi DYS e conviverci?

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Come riconoscere i disturbi DYS e conviverci?

Dislessia, disortografia, discalculia, disfasia, disgrafia... Dietro la dicitura “disturbi DYS” si nascondono realtà che coinvolgono dal 6 all’8% dei bambini scolarizzati. La dottoressa Marcelline Renaud-Yang, neuropsichiatra infantile presso il Centro Plati, illustra questi disturbi specifici che coinvolgono la sfera neurologica e si manifestano durante lo sviluppo del bambino. MonacoSanté vi informa.

Un disturbo permanente riguardante le funzioni cognitive o esecutive

I disturbi DYS, o disturbi specifici del linguaggio e dell’apprendimento, sono caratterizzati da difficoltà cognitive che si manifestano in diversi ambiti: linguaggio orale e scritto, coordinazione, attenzione. “Si tratta di disturbi permanenti che coinvolgono la sfera neurologica e che si presentano ed evolvono durante lo sviluppo del bambino. Tali disturbi sono definiti specifici, perché non possono essere spiegati da una disabilità intellettiva, da un problema sensoriale, da un diverso disturbo neurologico, né da metodi educativi”, analizza la dottoressa Marcelline Renaud-Yang, neuropsichiatra infantile e caposervizio presso il Centro Plati del Principato di Monaco. Secondo studi recenti, i disturbi riguarderebbero dal 6 all’8% dei bambini in età scolare. In più del 50% dei casi, sono accompagnati da altre difficoltà cognitive o esecutive. “Per esempio, la dislessia è spesso associata alla disortografia, oppure la discalculia alla disprassia”, illustra la caposervizio. La presa in carico inizia generalmente con l’ingresso a scuola, quando insegnanti e medici scolastici allertano i genitori. “È quindi necessario un intervento clinico e funzionale, per determinare se è presente un ritardo oppure se deve essere attivato un potenziamento specifico”, precisa la neuropsichiatra infantile.

Una diagnosi lunga e delicata

Effettuare una diagnosi di disturbo DYS richiede tempo e pazienza. Tra il rilevamento delle difficoltà e la conferma del disturbo, sono necessarie diverse tappe. “Quando il bambino arriva per un consulto, da un ortofonista o da altro specialista, viene effettuato un primo bilancio funzionale. Ciò permette di confrontare l’attitudine del piccolo con gli standard attesi per la sua età e di valutare un eventuale ritardo, in modo da attivare un follow up adeguato. Dopo un periodo di presa in carico da 6 a 9 mesi, viene effettuato un nuovo bilancio per misurare il margine di miglioramento”, spiega la dottoressa Renaud-Yang. Se le difficoltà permangono, allora l’ipotesi di un disturbo e non più di un semplice ritardo va presa in considerazione. Nel caso in cui si sospettino delle difficoltà associate, il bambino può essere orientato verso il Centro di Diagnosi dei Disturbi dell’Apprendimento (CDTA) del Centro Plati. Sono circa 600 i giovani seguiti dal Centro per diverse patologie psichiatriche, tra cui i disturbi DYS. “Dopo un periodo di un anno e mezzo, quando vediamo che i progressi non sono ottimali malgrado tutta la rieducazione effettuata, possiamo iniziare a sospettare questa tipologia di disturbi e a effettuare una batteria di esami più ampia, per escludere ogni altra causa”, insiste la caposervizio. Tale periodo di tempo è necessario, perché una diagnosi di questo tipo comporta delle conseguenze importanti. Impatta stabilmente sul funzionamento della persona, che sia sul piano della scolarità, professionale o personale.” In ultima istanza, il bambino può essere indirizzato ai centri specializzati dipartimentali, come ad esempio il CERTA presso l’ospedale Lenval di Nizza, nelle Alpi Marittime. “La loro piattaforma tecnica è più ampia della nostra, con la possibilità di effettuare valutazioni ancora più approfondite, oltre che, in alcuni casi, ricerche genetiche per i disturbi importanti.”

 

 

“Non è una questione di intelligenza, ma semplicemente una differenza nel funzionamento”

Sono 27 i professionisti che lavorano in sinergia presso il Centro Plati: ortofonisti, neuropsicologi, psicomotricisti, educatori specializzati, neuropsichiatri infantili, arteterapeuti e assistenti sociali per mantenere i contatti con la scuola. “Abbiamo partenariati con il centro Princesse Stéphanie, con l’associazione Jeune J’écoute Monaco, con la troupe dei Farfadets per fare teatro, o ancora con un centro equestre per l’ippoterapia. Utilizziamo anche strumenti specifici, come il metodo MéloDYS, che utilizza il ritmo e la musica per migliorare il linguaggio orale e scritto ”, spiega la neuropsichiatra. Lavorando in piccoli gruppi, i bambini dai 5 ai 7 anni possono beneficiare di questo innovativo strumento. “Alcuni studi hanno mostrato che a livello del funzionamento neurologico, le zone attivate sono simili quando si impara un ritmo musicale o la fonologia, la metafonologia oppure la lettura”, completa la dottoressa. Il centro monegasco utilizza anche la tecnica del “ neurofeedback ”, nell’ambito di casi di disturbo di deficit dell’attenzione con o senza iperattività (ADHD). “Si tratta di una nuova tecnologia che utilizza le onde cerebrali.” L’obiettivo è quello di mostrare ai bambini e agli adolescenti che tali disturbi rappresentano degli ostacoli, ma non necessariamente degli handicap. “Dato che i disturbi sono spesso associati tra loro, è necessaria una riabilitazione ortofonica. Talvolta può essere utile anche un accompagnamento cognitivo o attentivo e in alcuni casi un sostegno psicologico. La psicoeducazione è essenziale: bisogna spiegare i sintomi alle famiglie e ai piccoli. I bambini si sentono facilmente in colpa perché non riescono come gli altri. È fondamentale dire loro che non è una questione di intelligenza, ma soltanto un diverso funzionamento”. La dottoressa Renaud-Yang cita anche il lavoro del neuropsicologo nizzardo Jérôme Bianchi, che ha creato e pubblicato online il manuale Identidys (www.identidys.com). “È un ottimo strumento per aiutare genitori e insegnanti a riconoscere i segnali, anche prima di un consulto medico.”

Genitori e scuola, partner essenziali

Nessun follow up può essere efficace senza il coinvolgimento dei genitori e della scuola. Nel Principato di Monaco, possono essere predisposti dei piani di accompagnamento personalizzati (PAP) per adattare il percorso scolastico dei bambini con DYS. “I PAP sono degli adattamenti previsti per poter facilitare e adattare il percorso scolastico dell’alunno. Ciò può prevedere, ad esempio, il concedere del tempo aggiuntivo per chi ha difficoltà di scrittura oppure il prevedere dettati adattati per i bambini disortografici”, illustra la dottoressa Renaud-Yang. Questi dispositivi sono attuati grazie al collegamento tra la scuola e il servizio di Ispezione Medica in Ambito Scolastico. La Direzione dell’Educazione Nazionale del Principato di Monaco ha previsto numerose iniziative: classi di adattamento, percorsi specifici per gli alunni in difficoltà, insegnanti formati e sensibilizzati. Anche l’Associazione dei Genitori del Principato gioca un ruolo positivo, così come le famiglie sono indispensabili in tale schema di cura. “I genitori conoscono meglio di chiunque i propri figli. Possono essere frustrati, perché si aspettano una diagnosi rapida e risultati immediati. Dobbiamo spiegare loro che non si può guarire da un disturbo DYS, ma che si può compensare. Ciò che cerchiamo di valorizzare, sono i punti di forza del bambino. Costruiamo strategie adattate, e ciò passa dalla collaborazione e dall’accettazione da parte di genitori e figli”, riassume la dottoressa. Il team multidisciplinare del Centro Plati attribuisce grande importanza alla qualità del legame con le famiglie. “Senza genitori, non ci sarebbero bambini da noi. Talvolta, la scuola o altre istituzioni fanno pressioni perché i genitori richiedano un consulto, ma potrebbero non essere pronti o pensare che il proprio figlio sia ancora troppo piccolo. Di conseguenza, non andrò contro il loro sentire. È necessario che i genitori abbiano ben chiaro perché ci richiedono un consulto”, considera la neuropsichiatra. Malgrado il carattere persistente dei disturbi DYS, la dottoressa Renaud-Yang comunica un messaggio di speranza: “Lo sviluppo può implicare degli ostacoli, ma è possibile superarli. Avere un disturbo DYS non compromette il futuro scolastico o professionale. L’essenziale è scoprire chi siamo, cosa ci piace e cosa ci rende soddisfatti di noi stessi. Il vero obiettivo è quello di trovare il proprio posto all’interno della società e vivere felici.”