Prevenzione - Depistage
Esposizione al sole: quali sono i pericoli e come poterli evitare?
Invecchiamento cutaneo, melanoma e altri tumori della pelle, colpi di sole, allergie, rughe... L’eccesso di esposizione ai raggi UV accelera tutte queste problematiche. MonacoSanté propone una piccola guida per l’estate al fine di consigliare quali siano i giusti accorgimenti contro i rischi dell’esposizione al sole.
Ci esponiamo sempre di più al sole. Tale è la constatazione senza appello della Dottoressa Monica Asavei, dermatologa in libera professione nel Principato di Monaco. Presso il suo ambulatorio dell’avenue de l’Annonciade, i pregiudizi sui benefici dell’esposizione al sole sono duri a morire. “Secondo uno studio condotto in 17 Paesi europei, l’83% delle persone intervistate pensa che il sole dia energia, il 73% che fornisca un aspetto sano e il 52% che non si possa neanche immaginare di tornare dalle vacanze senza essere abbronzati”, elenca la dottoressa. Eppure, lei stessa ci ricorda che la pelle memorizza ogni scottatura. “L’effetto cumulativo dei raggi UV è importantissimo”. Fin dalla più tenera età. Per questo la dermatologa ci illustra la sua prima inderogabile regola: divieto totale di esporre al sole diretto i neonati di meno di 6 mesi e uso imperativo di crema solare arricchita di filtri minerali sui bambini di meno di 3 anni. “Questo perché la pelle dei piccoli è sottile e permeabile, molto più di quella degli adulti. Ciò causa il maggiore passaggio di sostanze che possono rendere irritanti i filtri chimici. I filtri minerali, più spessi, resistono meglio sulla superficie della pelle senza penetrare e danno una buona protezione”. Il messaggio di sensibilizzazione è esattamente lo stesso per gli adulti. Soprattutto i soggetti con pelle chiara, i rossi, chi ha molti nei o i calvi, i quali devono fare attenzione a proteggere cuoio capelluto e orecchie.
Mutazioni cellulari che possono degenerare in carcinomi, melanomi o cheratosi
Tale intransigenza deriva dal pericolo che corriamo in caso di sovraesposizione dalla più tenera età. “I rischi più importanti sono dati dalle scottature che si possono subire durante l’infanzia. Il sole, i raggi UVA e i raggi UVB, sono nocivi per la pelle e possono provocare lesioni cellulari. Cioè, modifiche del DNA e mutazioni che possono degenerare in tumori cutanei”, aggiunge la dottoressa Asavei. Nel 2022, i nuovi casi recensiti in Francia metropolitana sono stati 10.000. Esistono varie tipologie di tumori cutanei che possono essere correlati al sole: il melanoma, il carcinoma epidermoide, o il carcinoma basocellulare. Anche la cheratosi attinica, lesione precancerosa, è la conseguenza di una massiccia esposizione al sole. Certamente meno gravi, ma portatrici, comunque, di un certo impatto fisico, il medico allerta anche sul rischio di sviluppare rughe,macchie scure, e perdita di elasticità causate dai raggi UV. Questi ultimi sono classificati in due categorie: Raggi UVA e UVB. I raggi emessi dal sole penetrano la pelle, scatenando la degenerazione del DNA cellulare. “I raggi UVA penetrano in profondità del derma, poiché la loro lunghezza d’onda è maggiore di quella dei raggi UVB, che invece si arrestano all’epidermide, ovvero lo strato superficiale esterno della pelle”. E non pensiate che un vetro, un ombrellone o una coltre nuvolosa possano proteggerci. “I raggi UVA vi passano attraverso! Se l’ufficio è esposto tramite delle vetrate, è necessario proteggersi”, insiste la dottoressa.
La crema solare può bastare?
“Se, al momento dell’esposizione, ci incremiamo come si deve, certamente”, risponde la dermatologa. Innanzitutto è necessario applicare una protezione solare adatta al proprio tipo di pelle. Una pelle naturalmente scura potrà optare per una crema solare con indice SPF 30, mentre un fototipo chiaro dovrà imperativamente ricorrere a un indice SPF 50. Poi, la crema solare con filtri chimici deve essere applicata 30 minuti prima di esporsi. Invece, quella arricchita con filtri minerali protegge da subito. “È necessario applicare nuovamente la protezione dopo ogni bagno o in caso di sudorazione intensa. In spiaggia, l’applicazione dovrà essere rinnovata ogni due ore”. I bambini piccoli devono restare all’ombra indossando un cappellino, occhiali da sole e indumenti anti UVA. “Non possiamo fare affidamento sul principio che siano protetti perché gli abbiamo applicato la crema solare con filtro minerale”. Ad ogni modo, la dermatologa ricorda di non esporsi al sole quando picchia più forte tra le 11 e le 16. In caso di viaggio ai tropici, la fascia oraria si sposta tra le 10 e le 14. Le stesse raccomandazioni valgono anche per chi pratica sport all’aria aperta, per chi va in montagna o ha l’hobby del giardinaggio. “In montagna, a certe altitudini, siamo sottoposti a dosi ancora più massicce di raggi UV. È quindi necessario applicare la crema solare ogni ora”, dichiara la dottoressa Asavei. Per chi soffre di calvizie, è essenziale non dimenticarsi di passare la crema solare su cranio e orecchie. “Le orecchie sviluppano molti piccoli carcinomi, poiché ci dimentichiamo di proteggerle”, insiste la dermatologa.
Allerta rossa per le cabine abbronzanti
L’uso di cabine abbronzanti è l’altro cavallo di battaglia della dottoressa. “La cabina abbronzante è un’esposizione massiccia ai raggi UVA. Quindi, un rischio maggiore di sviluppare untumore cutaneo, in particolare il melanoma. Una sola seduta prima dei 35 anni aumenta il rischio del 59%”, aggiunge. L’effetto cumulativo è, secondo lei, particolarmente ingannevole. “Non esiste alcuna preparazione all’abbronzatura che protegga. Tutto ciò fa credere falsamente di essere al sicuro”, insiste. Cosa si rischia in caso di sovraesposizione al sole? La dermatologa è formale: “A un certo punto, la pelle non può più abbronzarsi. È per questo che a volte notiamo persone con chiazze grandi come coriandoli, ossia chiazze rotonde e biancastre sulla pelle. In dermatologia, queste chiazze prendono il nome di depigmentazione a coriandoli. È la pelle che ci avverte di aver esaurito tutto il proprio capitale solare. E, giunti a quel punto, è necessario fare veramente attenzione”. La dottoressa raccomanda quindi di idratarsi bene dopo l’esposizione al sole e tenere sottocchio la propria pelle. “Non sarebbe male controllarsi ovunque con l’aiuto di uno specchio, su tutto il corpo, ogni 3/4 mesi”. Il controllo dermatoscopico presso un dermatologo è da effettuarsi, invece, una volta all’anno. “Se dovessimo avere nei atipici o qualunque caso di familiarità con i melanomi, il controllo potrebbe avvenire anche ogni sei mesi”, aggiunge la dottoressa Asavei. È possibile venire anche per un consulto in caso di allergie al sole. Tutto ciò si manifesta con chiazze e bolle che danno prurito, ma che possono essere trattate. “Prima di iniziare la stagione estiva, verso aprile, è possibile prescrivere 12 sedute in cabina di fototerapia presso il Centro Ospedaliero Princesse Grace, ossia 3 sedute a settimana. Naturalmente, anche l’assunzione di antistaminici e dermocorticoidi può aiutare”. Conclusione: anche se i raggi solari sono silenti, le loro conseguenze non lo sono affatto.
